Decreto Trasparenza 2022: le novità sui contratti di lavoro

Cosa cambia per datori di lavoro e dipendenti: obblighi di comunicazione e periodo di prova

È entrato in vigore lo scorso 13 agosto il cosiddetto decreto Trasparenza, vale a dire il DL n. 104 del 27 giugno 2022 che recepisce le direttive comunitarie a livello nazionale in merito alle condizioni di lavoro trasparenti e introduce alcune novità e obblighi nel rapporto tra datore di lavoro e lavoratore: eccoli nel dettaglio.

 

Nuovi obblighi di comunicazione al lavoratore introdotti con il DL Trasparenza

Nell’ottica di una comunicazione improntata alla trasparenza, il provvedimento introduce l’obbligo per il datore di lavoro di fornire ai lavoratori informazioni trasparenti, complete e chiare, accessibili in qualsiasi momento ed è tenuto a conservarle per almeno 5 anni dalla fine del rapporto di lavoro. L’obbligo di trasparenza si applica automaticamente nei confronti dei nuovi assunti, ma anche chi è stato assunto prima del 1° agosto 2022 ha facoltà di richiedere adeguata integrazione della lettera di assunzione.

Per adempiere a quanto previsto dal decreto Trasparenza, il datore di lavoro deve consegnare al lavoratore copia del contratto di lavoro e copia della lettera di assunzione (o comunicazione di instaurazione rapporto di lavoro). All’interno di tale documentazione devono essere presenti una serie di informazioni obbligatorie, tra cui:

  • la data di inizio del rapporto lavorativo e il luogo di lavoro;
  • l’orario di lavoro, ordinario ed eventualmente straordinario;
  • l’inquadramento e il livello che vengono attribuiti al lavoratore;
  • la tipologia del rapporto di lavoro, la data di conclusione in caso di rapporti a tempo determinato e la durata dell’eventuale periodo di prova;
  • il compenso riconosciuto al lavoratore e i dettagli relativi ai contributi;
  • le informazioni relative al preavviso in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

 

Gli obblighi per i datori di lavoro introdotti dal DL Trasparenza si applicano a tutte le tipologie di rapporto di lavoro subordinato, compresi i rapporti di lavoro occasionale e di lavoro domestico, mentre rimangono esclusi i lavori con meno di 3 ore a settimana. Le sanzioni previste dal decreto Trasparenza in caso di inosservanza o violazione degli obblighi previsti variano da 250 fino a 1.500 euro per ogni lavoratore coinvolto.

 

Periodo di prova lavorativo: le novità del decreto Trasparenza

Il decreto legislativo in materia di Trasparenza introduce nuove misure anche in merito al patto di prova, ovvero la clausola nel contratto di lavoro che vincola l’assunzione al superamento di un periodo di prova. A questo proposito ecco le novità:

  • la durata massima del periodo di prova non può superare i 6 mesi, mentre rimangono ammessi periodi di prova più brevi. Tuttavia, si specifica anche che nei contratti a tempo determinato è necessario un periodo di prova che abbia una durata proporzionale alle mansioni assegnate;

 

  • il periodo di prova non può essere ripetuto, nel caso per esempio di un rinnovo di contratto per le stesse mansioni non si può sottoporre il lavoratore a un nuovo periodo di prova se già ne ha superato uno in precedenza;

 

  • è possibile sospendere e prolungare il periodo di prova, nel caso in cui si verifichino infortuni, malattia o congedi di maternità o paternità obbligatori, in modo da consentire al lavoratore di completare il periodo di prova come da accordi iniziali recuperando i giorni perduti;

 

  • il patto di prova è valido esclusivamente in presenza di un’assunzione in prova in forma scritta, nella quale vengano specificate esplicitamente le mansioni che il lavoratore in prova è chiamato a svolgere: in caso contrario, il periodo di prova viene considerato nullo e non valido.

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